Un uomo come tanti, un gesto da pochi

Un uomo come tanti, un gesto da pochi

Napoli. Immigrato ucciso davanti agli occhi della figlia mentre tenta di sventare  una rapina in un supermercato.  Una breve frase per riassumere un fatto di cronaca che potrebbe introdurre innumerevoli argomenti all’ordine del giorno. Si potrebbe partire dal compatire la bella Napoli,  teatro ricorrente di fenomeni di delinquenza. Oppure, cosa dire della disumana crudeltà di chi spara a freddo ad un uomo, dinanzi agli occhi increduli  della figlia di appena due anni? O ancora, oggi non ci stupisce ascoltare tra le notizie del giorno la parola <<immigrato>>. Questa può suscitare in noi due reazioni: può farci tendere l’orecchio in modo attento e quasi agguerrito per capire cos’altro sia potuto succedere a causa loro; oppure può lasciarci completamente indifferenti, essendo ormai un termine che suona familiare e ripetitivo. Eppure stavolta si tratterebbe di un episodio decisamente sui generis in quanto vede lo straniero vestire i panni del buono e non del cattivo.

Tuttavia non intendiamo parlare né di immigrazione, né di razzismo, né di camorra, né di delinquenza. Oggi ci soffermiamo sul gesto eroico di un uomo tra tanti, ma come pochi: Anatolij Korol, 38 anni. Padre di due bambine, lavora in un cantiere edile e vive con la moglie e le figlie a Castello di Cisterna in provincia di Napoli. Anatolij è un immigrato con regolare permesso di soggiorno, giunto in Italia dall’Ucraina circa 8 anni fa. Una vita  normale la sua, fatta di impegno, dedizione e sacrifici, come quella di tutti noi. A Castello di Cisterna nessuno lo ha mai considerato uno straniero, Anatolij è uno di loro. Gli abitanti del posto lo ricorderanno sempre col sorriso, il sorriso della gioia e della riconoscenza verso  chi lo ha accolto senza pregiudizi e lo ha considerato sin da subito uno di loro. Anatolij è stato un uomo come tanti  che con il suo  gesto eroico ha dimostrato il coraggio e il senso di giustizia di pochi. Nessuno per paura e omertà si sarebbe mai immischiato quel giorno; nessuno forse avrebbe mai tentato di sventare quella rapina, in quel supermercato, difronte  a due uomini armati e senza scrupoli. Alcuni dicono <<ma chi gliel’ha fatto fare>>. Non è questo lo spirito giusto per debellare la delinquenza. Anatolij si è sacrificato per la giustizia in cui evidentemente credeva tanto. E’ questo lo spirito che ognuno di noi dovrebbe avere. Un gesto esemplare, una morte eroica. Quelli come lui meriterebbero davvero funerali in pompa magna. Il sindaco ha fatto richiesta di seppellire il cadavere nel cimitero del Paese, ma la famiglia vorrebbe che fosse sepolto nella sua terra natia.

Oggi l’ingresso del supermercato è ricoperto di fiori e da una grande scritta “Il nostro eroe. Riposa in pace.”

di Rosanna Celella

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