Veronica Razo: rilasciata subito!

Veronica Razo: rilasciata subito!

“Chi può guarire quello che c’è nella mia mente? Chi può togliermelo dalla testa? Cerco di non chiudere gli occhi la notte. Non mi piace chiudere gli occhi perché tutto riaffiora”. Verónica Razo, in carcere, ha denunciato violenze e torture.

Nel giugno del 2016 è stato pubblicato un rapporto di Amnesty International avente ad oggetto le condizioni delle detenute nelle carceri in Messico. Il rapporto è il risultato di un’inchiesta, condotta dall’Organizzazione, che non ha precedenti, e che ha visto coinvolte 100 donne detenute. I dati sono agghiaccianti: dalle dichiarazioni emerge che la violenza sessuale e lo stupro sono pratiche abitualmente utilizzate dalla polizia, sia statale che federale, come metodo di tortura per estorcere confessioni di colpevolezza. Spesso le torture sono volte ad ottenere dalle vittime l’ammissione di far parte della criminalità organizzata operante nei cartelli di droga, per dimostrare, attraverso il numero degli arresti, l’efficacia delle azioni di contrasto al crimine organizzato. Esiste infatti in Messico una vera e propria guerriglia, tra le forze di polizia e i vari gruppi criminali operanti nel narcotraffico, che ha causato migliaia di morti negli ultimi anni. Spesso, come dichiarato da Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International, la polizia preferisce riempire le carceri piuttosto che ricercare i veri responsabili. Questo atteggiamento è volto a nascondere l’incapacità di gestire la grave situazione del narcotraffico, e di conseguenza la polizia è disposta a tutto pur di ottenere dei risultati concreti da poter mostrare. Le donne sono spesso il bersaglio più facile, soprattutto perché quelle arrestate appartengono spesso ad un ceto sociale medio-basso, la maggior parte sono ragazze-madri, prostitute e donne provenienti da famiglie povere, socialmente marginalizzate perché non conformi allo status sociale tradizionale di donne sposate (fonte: Internazionale, articolo “La polizia messicana accusata di violenza sulle donne” del 30.06.2016).
Dalle indagini emerge che le forze statali maggiormente coinvolte in tali pratiche sono quelle della marina militare messicana, eppure sebbene 66 donne abbiano segnalato le violenze subite a un giudice o a un’altra autorità, le indagini sono state avviate solo in 22 casi; dal rapporto di Amnesty International emergono inoltre i seguenti numeri:

  • 403: le denunce ricevute dalla procura generale federale nel 2014.
  • 0: le incriminazioni che la procura generale federale ha potuto confermare ad Amnesty International relative al 2014 e al 2015.
  • 0: i membri delle forze armate sospesi dal servizio durante le indagini per stupro e abusi sessuali dal 2010 al 2015.
  • 110: le denunce di maltrattamenti e torture presentate alle commissioni nazionali e locali per i diritti umani in un solo anno, il 2013.
  • 15: le condanne per tortura a livello federale dal 1991 (Fonte: Commissione interamericana dei diritti umani, 2015).

Amnesty International all’interno della campagna “Individui a rischio”, diffonde l’appello al procuratore generale del Messico, chiedendo il rilascio immediato di Veronica Razo.  Una delle 100 donne ingiustamente detenute, infatti, è proprio Veronica, 37 anni e madre di due figli, arrestata nel giugno 2011 da uomini in borghese, a Città del Messico. Dopo essere stata portata in un magazzino della polizia federale, i poliziotti l’hanno picchiata, stuprata più volte e colpita con scariche elettriche, poi è stata costretta a firmare una “confessione” di colpevolezza. Veronica è tutt’ora detenuta nelle carceri messicane, in attesa di una sentenza.

Anche grazie alle pressioni ed al lavoro di Amnesty International, nel novembre 2016, sono state rilasciate da una prigione dello stato di Morelos tre detenute:  Denise Lovato, Korina Utrera e Wendy Díaz. Questo dimostra quanto sia importante il sostegno della società civile nel mostrarsi attenta contro le ingiustizie ed abusi di qualsiasi genere, ovunque commessi. Per questo crediamo che sia importante firmare l’appello di Amnesty International per la scarcerazione immediata di Veronica Razo, al seguente link: https://www.amnesty.it/appelli/stop-alla-tortura-sessuale-le-donne-messico/.

 

A cura di Laura Ferrara

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